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Juan José Guerra Abud, Ambasciatore del Messico a Roma: “l’Italia è un Paese meraviglioso”

Juan José Guerra Abud, Ambasciatore del Messico a Roma: “l’Italia è un Paese meraviglioso”

“Stare qui per me è un arricchimento anche personale di cultura, conoscenza e spirito”. Fondamentale nel suo programma diffondere una buona immagine del Messico: “far sapere agli italiani che è un Paese ospitale e che è molto unito all’Italia”.

Autore: Rita Sanvincenti/mercoledì 15 giugno 2016/Categorie: Attualità, Italia, Lazio, Messico

Juan José Guerra Abud, Ambasciatore del Messico in Italia, inaugura con questo incarico la sua carriera diplomatica. Ingegnere industriale, economista, matematico finanziario, ha avuto una formazione accademica altamente specializzata. Al suo attivo ha incarichi politici e culturali di altissimo livello. Ha dato un grande impulso sul piano legislativo allo sviluppo della geotermia nel suo Paese.

Signor Ambasciatore Juan José Guerra Abud, quali sono le sue origini e quali le sue attività accademiche e professionali, e come queste si sono integrate con il suo attuale incarico diplomatico?
Sono originario di Toluca e ho avuto, fortunatamente, molte esperienze nella vita professionale: prima di tutto come imprenditore con l’impresa di famiglia, poi in ambito accademico. Mi hanno affascinato diverse classi accademiche e sono entrato in diverse istituzioni nell’Università dello Stato del Messico, nel Tecnologico di Monterrey, con una specializzazione in Matematica finanziaria, in Economia e nel Calcolo differenziale integrale che in maniera particolare, a livello personale, mi appassiona. Dopo queste esperienze ho studiato ingegneria industriale e successivamente ho conseguito un Master in economia perché ritengo una formula molto buona, l’aspetto tecnico unito a quello economico amministrativo per crescere nelle diverse attività professionali. Io credo che si vada a scuola per imparare a pensare, ad apprendere ad usare una metodologia, un sistema per affrontare la tua vita, la tua professione, la tua famiglia, tutte le tue esperienze, con un sistema di impostazione del modo di pensare. Il mio modo di pensare come ingegnere e come economista fortunatamente mi ha dato molti risultati: sono molto contento e non mi pento di quello che ho studiato.
Sono stato per breve tempo nel settore pubblico come Ministro dello Sviluppo Economico del Governo dello Stato del Messico. Nel settore privato sono stato Presidente di due imprese di capitale tedesco presenti in Messico: la Krone Comunicaciones S.A. che si dedica al sistema di comunicazione, e la Unitec Böllhoff, impresa di autoricambi. Nel frattempo ero Ministro dello Stato del Messico. È questo uno Stato molto piccolo: la sua dimensione corrisponde all’1% della superficie del Paese ma porta a casa il 10% del prodotto interno lordo del Messico. È molto industrializzato.
Come valuta questa esperienza?
È stata un’esperienza molto piacevole. Durante quel periodo ho svolto molte attività che sono state per me motivo di grande orgoglio e di grande soddisfazione. Tra queste sono stato Presidente del Patronato dell’Orchestra sinfonica dello Stato del Messico. Abbiamo fatto cose meravigliose: abbiamo inciso, grazie al contributo di imprese private, le sinfonie di Beethoven, Tchaikovsky, Brahms, Schuman. La Nona sinfonia di Beethoven ha venduto 10.000 album che rappresentano una tiratura di 50.000 dischi in una sola edizione diventata storica per il Messico.
Successivamente di cosa si è occupato?
Sono diventato Presidente dell’Associazione nazionale di Produttori di Autobus, camion e autocarri. Il Messico è il maggior esportatore al mondo di veicoli pesanti negli Stati Uniti e uno dei principali produttori del mondo: un’industria che rappresenta 6.000 milioni di dollari. Ho presieduto questa associazione per circa dieci anni.
Sono stato poi Deputato federale. Anche questa è stata un’esperienza molto buona in quanto ho potuto far nascere proposte a beneficio del mio Paese. Dopo questo incarico il Signor Presidente della Repubblica mi ha onorato nominandomi Ministro dell’Ambiente e delle Risorse naturali in Messico. Oggi, dall’inizio di quest’anno, sono Ambasciatore del Messico in questo meraviglioso Paese che è l’Italia.
Qual è il suo programma di lavoro?
Delinearlo e realizzarlo non è semplice: ciò comporta molte complicazioni ma fortunatamente l’Ambasciata possiede, qui in Italia, una splendida équipe di collaboratori. Questo dà la sicurezza di poter compiere quello che stiamo realizzando. Il programma di lavoro è, fondamentalmente, consolidare ed approfondire le relazioni politiche. Il Presidente Mattarella il 4 luglio andrà in Messico; il Presidente Peña Nieto è venuto in Italia, il Primo Ministro Renzi è stato alcune settimane fa in Messico. Vi è una relazione politica molto intensa. Il ruolo che l’Ambasciata ha è quello di implementare e arricchire queste relazioni politiche tra i due Paesi.
È in programma anche la promozione delle relazioni economiche. Da quando l’Italia ha sottoscritto un trattato di libero commercio si è registrata una crescente relazione economica molto favorevole per l’Italia di circa 6 miliardi di dollari che si commercializzano tra Messico e Italia. L’export italiano è attualmente superiore ai 3 miliardi di dollari. Ciò esprime la grande competitività delle imprese italiane in Messico. Non vogliamo solo mantenere queste relazioni, ma anche cercare di fare in modo che i messicani possano far registrare una maggiore presenza in Italia e soprattutto che possa esserci più interazione tra le piccole e medie imprese messicane e quelle italiane.
Il collegamento aereo diretto che sta per essere inaugurato recherà un vantaggio?
Il prossimo volo di Alitalia che verrà inaugurato tra Roma e Città del Messico, senza scali, faciliterà l’aumento degli imprenditori messicani che verranno in Italia. D’altra parte sono convinto che, scientificamente, l’Italia ha dato molto all’umanità: in gran parte il corso del suo sviluppo è stato forgiato con il contributo dell’Italia, non solamente per quanto riguarda il diritto romano, i cui principi sono seguiti nella maggior parte dei Paesi del mondo, ma anche perché i grandi esploratori italiani, i grandi scienziati come Galileo Galilei, Marconi, i generali e gli esploratori romani hanno senza dubbio dato impulso ad un maggiore sviluppo che si è tradotto in benessere per tutti.
È nostra intenzione stimolare le relazioni accademiche tra Messico e Italia con scambi tra le Università.
In che modo questo si realizzerà?
Prossimamente le Università messicane verranno in Italia e chiederemo che le Università italiane vadano in Messico. È un obiettivo che mi sono posto. Abbiamo parlato con il Consiglio Nazionale di Scienza e Tecnologia che è il principale punto di riferimento in Messico per le borse di studio di giovani studenti: vi è stato l’impegno a creare i presupposti per consentire ai giovani che chiedono di venire a studiare in Italia, di poterlo fare.
Vi sono altri punti importanti nel suo programma?
Sì, una cosa molto importante: che gli italiani abbiano una buona immagine del Messico. Posso assicurare che il 100% degli italiani che hanno visitato il Messico sono rientrati molto contenti, meravigliati di come è il mio Paese. Dobbiamo diffondere in tutto il mondo una buona immagine del Messico: far conoscere non solo le spiagge ma anche la cultura, le tradizioni storiche, le piramidi, le aree naturali protette, il cibo. Queste sono bellezze che il Messico possiede, che gli italiani stanno apprezzando e che spero apprezzeranno anche in futuro. Questo è fondamentale: far sapere agli italiani che il Messico è un Paese ospitale e che è molto unito all’Italia.
Quanto è rilevante la presenza delle imprese italiane in Messico e quali sono i vantaggi e le opportunità che questo mercato offre?
Attualmente vi è una grande presenza di imprese italiane in Messico: Pirelli ha effettuato un investimento multimilionario, Enel ne ha annunciato uno enorme per la generazione di energia pulita; anche Ferrero ha investito. Le imprese italiane hanno verificato l’importanza di produrre Messico.
Credo che le piccole medie imprese italiane debbano ricercare l’abilità della grande mano d’opera messicana che ha dimostrato, non solamente a livello industriale, ma anche a livello artigianale, la sua grande competitività per poter efficientemente elaborare manifatture. Inoltre l’apertura commerciale che il Messico ha ottenuto dagli anni ’80, da quando decise di aprirsi al mondo, lo ha reso oggi il Paese in possesso del maggior numero di accordi di libero commercio: ne abbiamo tredici. Un’impresa che viene a produrre in Messico, ha accesso a 45 stati che aprono le loro frontiere ai prodotti messicani. Con questi Paesi si genera praticamente il 65/70% del prodotto mondiale. Sappiamo che le grandi imprese possono realizzare infrastrutture in molte parti del mondo, ma anche le piccole, che non hanno una uguale capacità economica, possono investire per produrre in Messico: questo le facilita, perché producendo in Messico e sfruttando la scienza, la tecnologia, il design italiano si può esportare in varie parti del mondo.
Anche le imprese messicane possono avere interesse verso l’Italia?
Sì, credo che vi siano un paio di settori che possono essere molto importanti e che potrebbero risultare anche competitivi. Uno di questi è quello alimentare. L’Italia possiede una produzione molto vasta di alimenti. Tra essi vi sono molti prodotti che l’Italia sta importando da varie parti del mondo. Credo che questo tipo di produzione si potrebbe generare in Messico per essere esportata in Italia. Vi sono inoltre le piccole imprese che possono venire in Italia e associarsi alle imprese italiane per realizzare manifatture ed esportarle in tutto il mondo. Nelle imprese di calzature, della moda o dei mobili, ad esempio, potrebbero coinvestire italiani e messicani.
ProMéxico sta promuovendo lo scambio commerciale tra Messico e Italia. Sono presenti in tutto il mondo e stanno aumentando gli investimenti. Attualmente è concentrato sulle grandi imprese italiane e per questo motivo molti dei grandi investimenti che abbiamo oggi in Messico da parte delle imprese italiane sono avvenuti grazie alla promozione che ProMéxico sta facendo. Inoltre oggi grazie alla nuova tratta di Alitalia pensiamo di attrarre molte imprese messicane qui in Italia.
Il 2016 è stato dichiarato anno della geotermia in Messico. Cosa rappresenta questo tipo di energia per il suo Paese?
Credo che la sfida più importante che l’umanità oggi deve affrontare è il cambiamento climatico. L’Europa deve affrontare oggi il problema dell’immigrazione che colpisce particolarmente anche l’Italia. Il terrorismo, si sta manifestando, con quello che sta succedendo, in molte parti del pianeta. Sono problemi che si stanno affrontando e spero, sono convinto, che molto presto l’umanità riuscirà a superarli. Esiste però un problema che richiede la collaborazione immediata di tutti i Paesi del mondo: questo problema è conosciuto come cambiamento climatico e già sta generando grandi conflitti ovunque. Il nostro è un Paese particolarmente vulnerabile a causa della sua posizione geografica, trovandosi in mezzo ai due emisferi: questo lo rende particolarmente esposto all’eccesso di pioggia, agli uragani o alla siccità, una specie di pendolo tra condizioni climatiche estreme. Per questa ragione, il Presidente Peña ha chiesto che il Messico potesse occupare una posizione di leader nello sforzo per ridurre l’emissione di gas e l’effetto serra. E se è certo che il Messico è un Paese ricco di petrolio, non per questo possiamo trascurare le nostre responsabilità verso l’ambiente. Perciò il Presidente sta incrementando, attraverso la Secreteria de Medios Ambientes y Recursos Naturales – SEMARNA, che, giorno dopo giorno, possiamo ottenere sempre più energia pulita nel nostro Paese.
Il Messico ha presentato all’ONU una proposta internazionale conosciuta come INDC - Intended National Determineted Contributions, estremamente interessante che è stata riconosciuta da vari Paesi e per la quale Obama si è felicitato con il Messico. A differenza delle proposte di vari altri Paesi, elaborate in un ufficio governativo, la nostra è stata realizzata dopo aver organizzato un tavolo di lavoro con tutti i settori economici e industriali del Paese: trasporti, settore industriale, settore alimentare, l’industria siderurgica. Abbiamo discusso per convincerli della necessità di ridurre le emissioni di gas serra. Quindi la proposta che il Messico ha fatto si è basata su quella che tutti i settori economici hanno accolto per ridurre le loro emissioni. Volevamo abbassare le emissioni senza compromettere la crescita economica poiché evidentemente l’emissione di gas serra è stata generata proprio dall’attività economica. Oggi l’obiettivo fondamentale - e non solamente del Messico ma di tutti i Paesi del mondo - è infatti quello di poter ridurre le emissioni senza compromettere o frenare la crescita economica.
Per questo è stata varata la nuova legge sulla geotermia?
All’interno di questa strategia di energia pulita è incluso l’incremento della geotermia. A differenza di qualsiasi altro tipo di energia rinnovabile e di energia pulita, come ad esempio l’energia fotovoltaica che si può utilizzare quando c’è luce, o l’energia eolica che si può utilizzare quando c’è vento, la geotermia non è intermittente. Può essere usata in maniera permanente: è una sua grande qualità. Essa si trova in grande quantità in prossimità dei vulcani che in Messico abbondano per le faglie che abbiamo. È un tipo di energia che si può incrementare. In Messico abbiamo un gruppo scientifico diretto dal dott. Mario Molina, che ha ricevuto il premio Nobel per la chimica. Ha infatti scoperto che i fluorocarburi stavano finendo nella cappa di ozono, con il conseguente problema delle radiazioni solari che colpivano la salute umana. Oggi esiste un centro di ricerca che porta il suo nome nel quale, tra gli altri studi elaborati, è stato scoperto che la grande scelta del Messico per generare energia pulita è la geotermia. Abbiamo un potenziale enorme anche se non si possono dimenticare le altre fonti di energia, perché il Paese non può dipendere da una sola di esse.
In Messico esiste una società leader nello sfruttamento della geotermia?
Da molti anni abbiamo vari luoghi, in cui si sta generando energia dalla geotermia. Un centro di produzione si trova nel Nord del Messico vicino a Ensenada, un altro è Saro Prieto che si trova in Bassa California che già da molti anni sta generando elettricità attraverso la geotermia. Vi sono altri luoghi che operano nella produzione come a Los Azufres nello Stato di Michoacan, nel Sud del Messico. Stanno nascendo nuove esplorazioni a Guadalajara dove però si è rotto un tubo ed è stato necessario sospendere perché ad una parte della popolazione non piacque molto l’accaduto a cui che dovette essere posto riparo. Oggi vi sono molte facilitazioni perché in varie parti del Messico si sta investendo: vi sono circa cinque nuovi sviluppi di geotermia nel Paese.
Il suo Paese, dunque, sta investendo maggiormente nelle energie rinnovabili piuttosto che nel petrolio?
Il Messico ha necessità di molta energia perché sta crescendo economicamente. Necessitiamo di energia pulita, geotermica, eolica o fotovoltaica e abbiamo bisogno che tutte le energie che si ottengono dagli idrocarburi, dai combustibili fossili si producano in maniera sempre molto efficiente e pulita. Parte degli impianti che usavano combustibile molto contaminante lo stanno trasformando in gas naturale. Oggi nessun Paese può essere indipendente dagli idrocarburi come fonte di energia e senza dubbio sappiamo bene che l’idrocarburo con le molecole più limpide è il gas naturale e in Messico si sta facilitando e promuovendo il suo uso.
A qualsiasi impresa che deve realizzare un progetto in ambito energetico, la legge messicana richiede una certificazione di impatto ambientale perché, per qualsiasi attività, deve essere protetto l’equilibrio ecologico e l’ambiente. Il governo del Messico svolge un’attività sociale molto importante per far sì che la comunità abbia i benefici dell’energia pulita, geotermica, eolica, o di altro tipo.
Lei ha lavorato attivamente per questo piano di sviluppo della geotermia negli anni in cui faceva parte della Commissione Federale di Elettricità, in che modo?
Credo di aver dato un aiuto molto importante per l’incremento dell’energia pulita quando sono stato deputato. Varie mie iniziative furono approvate, e finalmente furono contemplate dalla legge, quando fu effettuata la riforma energetica. A seguito di una delle iniziative che ho portato avanti, il Messico dovrà generare nel 2030 il 35% energia pulita. Un'altra delle iniziative di legge che ho presentato e che è stata approvata è che nel costo dell’energia si deve tenere conto degli effetti esterni prodotti. In precedenza la Commissione Federale dell’Elettricità comprava e produceva energia al minor costo possibile, senza considerare gli effetti secondari. Se, ad esempio, un’impresa genera elettricità bruciando combustibile o bruciando carbone inquina l’ambiente e quindi crea un costo. Io ho messo in evidenza questo fatto.
Secondo lei, perché noi riceviamo, attraverso i media, un’immagine più negativa che positiva del Messico?
Non lo so, e questo mi dà molta tristezza perché la gran parte dei fatti negativi che vengono segnalati non hanno fondamento. Dobbiamo piuttosto guardare e seguire le moltissime cose buone che accadono in Messico.
L’unica cosa da fare è mostrare agli italiani quello che di bello c’è in Messico e stiamo lavorando bene in questa direzione. Il giorno 8 abbiamo inaugurato nel Palaexpo una mostra di Sergio Hernandez che è un pittore straordinario che ha già esposto nel Palaexpo il 15 settembre presenteremo, al Foro romano e al Mercato di Traiano una mostra di Gustavo Acevez, scultore messicano di grandissima creatività. Altre mostre sono previste a Parma e a Verona. Stiamo lavorando per una mostra dei Maya che speriamo di condurre in porto. Quello che chiediamo è dire agli italiani: in Messico, così come in tutto il mondo, succedono cose buone e cose cattive come avviene anche in Italia. Siamo contenti quando in Italia accadono cose buone e ci rattristiamo quando accadono cose brutte. La stessa cosa avviene in Messico: dobbiamo far sapere che sono molte di più le cose buone rispetto a quelle cattive, così come accade qui, in questo paese meraviglioso che è l’Italia. Anche ai messicani, che già lo sanno, occorre ricordarlo.
Il percorso per migliorare l’immagine del Messico passa attraverso la promozione della cultura, la conoscenza della storia, delle tradizioni?
Questa è una maniera di farlo. L’altra è sottolineare i vantaggi che trovano le imprese italiane in Messico e in questo esse stesse ci stanno aiutando. Il Presidente del Consiglio Renzi è stato là con molti imprenditori italiani e ha avuto una riunione di lavoro molto importante con il Presidente Peña Nieto; il Presidente Mattarella andrà in Messico sempre con lo scopo di incrementare questi rapporti economici.
Lei ha avuto precedenti incarichi come Ambasciatore prima di questo in Italia?
No, è il primo. Io sono molto contento perché l’Italia è un Paese meraviglioso e stare qui, per me, è un arricchimento anche personale di cultura, di conoscenza e di spirito. Per questo sono molto felice. Devo svolgere il ruolo di rappresentante del Messico in Italia e farlo con capacità e conoscenza facendo sì che gli italiani conoscano meglio il Messico così come si merita.
Come è avvenuta la sua nomina ad Ambasciatore?
Devo dire che non era stato deciso ma ero stato io a chiederlo al Presidente. Dopo molti anni dall’inizio della carriera professionale, con mia moglie sempre pensavamo che essere ambasciatore del Messico in qualche Paese del mondo, per me, sarebbe stata un’esperienza meravigliosa. Quando ho saputo che l’Ambasciata del Messico in Italia era vacante, ho chiesto al Presidente che mi considerasse come un candidato. Probabilmente ha pensato che fossi un buon candidato perché sapeva che ero stato Ministro dello Sviluppo Economico nel mio Stato e che avevo avuto ottimi rapporti con l’Italia. Ora, senza dubbio, spero di corrispondere alla sue aspettative. Un rappresentante diplomatico deve occuparsi di tutti gli aspetti: non solo politici ma anche economici, culturali e sociali. Come dicevo, sono molto contento perché ho un’équipe di lavoro impeccabile, delle migliori che esistono.
Qual è la sua visione dell’economia mondiale che vede il Messico occupare una posizione di primo piano?
Storicamente ci sono stati dei cicli di crescita economici di base: oggi, almeno per il Messico, il grande motore dello sviluppo economico è rappresentato dagli Stati Uniti che stanno crescendo nuovamente e indipendentemente dalla crisi che tocca varie parti del mondo. Il Messico non ha sentito la crisi: ha una grande occasione da cogliere. Il grande punto a favore del Paese è la crescita della popolazione. Negli ultimi 25 anni la popolazione del Messico è cresciuta di 45 milioni di abitanti. Facendo un paragone con l’Italia, che ha una popolazione stabile di 60 milioni di abitanti quella del Messico, in 25 anni è cresciuta di 45 milioni: corrisponde al 75% della popolazione italiana. La sfida del Messico è dare servizi nella sanità, nell’educazione, nelle infrastrutture per questa popolazione che aumenta. È un grande impegno ma anche una grande opportunità. Tornando all’economia dei Messico, essa è in grande crescita, anche se non al tasso che dovrebbe far registrare e sicuramente le Riforme Strutturali che ha realizzato il Presidente sono state molto importanti, tali da creare effetti molto buoni anche se occorrerà del tempo perché maturino.
Già molti specialisti pongono il Messico in una posizione molto più alta nel ranking dell’economia mondiale, potremmo trovarci all’ottavo o al nono posto tra i Paesi più produttivi del mondo.
Come si pone il Messico di fronte all’Europa?
Dal punto di vista turistico e culturale, l’Europa è una meraviglia. Tutti i Paesi che ne fanno parte, Italia Francia Spagna… sono splendidi, dal punto di vista sociale, culturale e turistico, però io credo che molte imprese messicane, per la grande vicinanza che hanno avuto storicamente sempre con gli Stati Uniti, per il trattato di libero commercio con l’America del Nord, si rivolgano con molta cautela verso l’Europa. Credo che le imprese messicane debbano rivolgere i loro occhi sull’Europa. È una responsabilità nostra far capire il potenziale dell’Europa, e l’importanza che il nostro mercato si vada diversificando.




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