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Una scuola per imam italiani: il presidente dell’EML Maiolese lancia la proposta per l’insegnamento del vero Islam

Una scuola per imam italiani: il presidente dell’EML Maiolese lancia la proposta per l’insegnamento del vero Islam

“Per insegnare la religione musulmana occorre una laurea in Studi Islamici. (…) Il Corano insegna la sapienza, la conoscenza, la cultura contro l’ignoranza che porta all’estremismo, all’intolleranza, al razzismo, alla cattiveria. (…) L’ipocrisia è un delitto, un peccato nell’Islam come in tutte le religioni”.

Autore: Rita Sanvincenti/mercoledì 4 aprile 2018/Categorie: Attualità, Italia, Puglia, Liguria, EML, Italia

In relazione ai fatti recenti che hanno portato all’arresto del cittadino italiano di origini egiziane che a Foggia, all’interno di un centro di culto indottrinava i bambini, sul quale pendono ora le accuse di terrorismo internazionale ed istigazione a delinquere, interviene il Presidente dell’European Muslims League (EML) Alfredo Maiolese. Dopo avere elogiato l’operato delle Forze di Polizia, dichiara: “È molto grave quello che è accaduto. È veramente incredibile che questa persona abbia parlato di ‘lotta armata per conquistare il Paradiso’, quando nel Corano è scritto che ‘chi uccide una persona è come se uccidesse l’intera umanità’, questo a dimostrare la sacralità della vita per i musulmani e l’importanza che Dio dà ad essa. Quanto accaduto dimostra l’importanza di tenere aperte le moschee: in questo caso, se non ci fosse stata, sarebbe stato più difficile effettuare i controlli”.
“Mi domando inoltre – prosegue il Presidente Maiolese – che titolo avesse questo soggetto. Per insegnare la religione musulmana occorre una laurea in Studi Islamici”.
Sui “bambini vittime di questo individuo al quale i genitori in buona fede li avevano affidati – aggiunge – credo che sarebbe davvero ingiusto sottrarli alle famiglie, perché questi innocenti andrebbero a soffrire per una ragione che non è dipesa dalla responsabilità genitoriale. Non si può far ricadere la colpa sui genitori se non erano consapevoli di questi atti. Certo la famiglia deve essere vigile e controllare l’operato degli insegnanti, specialmente se in luoghi non riconosciuti dallo Stato, come questo, sede di una associazione privata”.
Presidente Maiolese, quale potrebbe essere un metodo per contrastare l’indottrinamento deviato e la propaganda terrorista?

Dovremo impegnarci tutti per fare nascere una scuola di Imam italiani in grado di insegnare i veri valori della religione islamica, della pacifica convivenza e coabitazione. Dovremmo creare delle scuole per docenti islamici, che potrebbero provenire anche da altri Paesi, come ad esempio dalla Tunisia o dal Marocco, con un programma riconosciuto dal Governo italiano, dal Ministero della pubblica Istruzione, per l’insegnamento della religione.
È opportuno che gli insegnanti siano valutati e scelti dalle istituzioni?
Sì, occorre intervenire su chi insegna, su chi fa crescere i bambini nel percorso religioso e con i valori che devono essere sempre e comunque di accettazione degli altri, contro ogni intolleranza. Su questo ci dobbiamo concentrare: sul reciproco rispetto delle posizioni religiose, politiche, sociali, della propria diversità. Il cristiano deve accettare il musulmano ed il musulmano deve accettare il cristiano. Questo è il vero rispetto.
Per le accuse al “Bad teacher”, sono stati determinanti alcuni versetti da lui citati e attribuiti al Corano, che istigano alla violenza. Come spiega questo?
Il problema è che non è possibile estrapolare un versetto e costruire un’altra dottrina su di esso. Non si può fare una valutazione su un versetto del Corano decontestualizzato per trasformarne il significato. La religione è qualcosa di molto più ampio e complesso, che richiede uno studio approfondito. La valutazione da fare non è sul singolo versetto ma sul fatto che questa persona trasmetteva false dottrine ai bambini. Ha insegnato ad odiare il prossimo, questa è la cosa grave. Conosco estremisti che si dichiarano musulmani e che pure odiano persone come me che mi definisco non “un moderato” ma un musulmano normale. Per loro, però, sono un miscredente e sono considerato allo stesso modo di un cristiano. Questi individui sono ignoranti e danno un’interpretazione sbagliata della religione musulmana. Nel caso della persona arrestata occorre capire se ha agito per ignoranza oppure perché è stato istigato ad indottrinare i bambini, forse anche dietro compenso. Spesso, soggetti come lui, provengono da realtà di emarginazione, di tossicodipendenza, perciò sono facilmente manipolabili e si rendono pronti a tutto.
Esistono delle traduzioni non corrette del Corano?
Innanzitutto il Corano è scritto in lingua araba e le versioni in altre lingue sono delle interpretazioni della traduzione. La lingua araba è molto sofisticata: una singola parola può avere quindici, venti, trenta significati, quindi bisogna stare molto attenti nella lettura ed è per questo che è necessario essere guidati dai “sapienti”, come anche il Profeta incoraggia a fare poiché “i sapienti sono la luce”: la sapienza, la conoscenza, la cultura contro l’ignoranza che porta all’estremismo, all’intolleranza, al razzismo, alla cattiveria. Il Corano insegna un comportamento molto equilibrato e chi insegna l’Islam deve anche praticarlo. Inoltre ognuno deve essere quello che è e non può avere una doppia personalità. L’ipocrisia è un delitto, un peccato nell’Islam come in tutte le religioni. Da questo fatto di cronaca, come da altri dello stesso tipo che si sono verificati, emergono troppe contraddizioni, quando invece l’Islam è estremamente chiaro e limpido nella sua dottrina. Io credo che l’Islam sia una religione divina che possa dare delle soluzioni a questo mondo nel quale assistiamo a così tante ingiustizie. L’Islam è amore, è perdono, è tolleranza, è l’accettazione di colui che non è musulmano. Nel Corano è scritto che Dio ha detto: “se avessi voluto avrei fatto di voi un’unica comunità. ma ho fatto invece di voi diverse tribù affinché vi possiate conoscere nelle vostre diversità”. Partendo da questa frase crediamo in un unico Dio che ci impone il rispetto per gli altri. Il Profeta, quando era in vita, diceva: “noi adesso ci preoccupiamo per questi peccati che per noi sono enormi ma verrà gente dopo di noi che commetterà dei peccati ancora più grandi ai quali non verrà data importanza”. Significa che per noi, oggi, è ammesso tutto quello che ci deriva dal progresso ma per il credente il peccato resta tale e non cambierà mai. Non ci si deve confondere quello che è progresso con quello che è peccato. La religione dà delle soluzioni ma non deve essere calpestata dal progresso e dagli interessi di alcuni.




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